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Castello di Leguigno |
Antonio Scapinelli di Leguigno (1895-1916),
figlio di Alessandro e di Anna Spadoni; rimasto orfano di entrambi i genitori
in giovanissima età, venne allevato nella casa del nonno, il conte Pietro
Scapinelli di Leguigno, avendo nello zio, il conte Paolo Scapinelli di Leguigno
(fratello di Alessandro) un secondo padre.
Il
Giornale di Reggio del 20 giugno 1916
né diede un ricordo funebre denso di idealismo e di profonda spiritualità:
“Sentì profondamente e
lealmente praticò la Religione Cristiana. Sentì pure al sommo grado i doveri
del proprio stato, per cui, studiosissimo e avvantaggiato da una viva
intelligenza, fu sempre primo fra i suoi discepoli. Principe fra i sentimenti
che lo animavano fu l’amor di patria. L’eroica sua fine fu il degno epilogo di
tutta una preparazione di fede e di entusiasmi, cui egli da tempo si temprava
sul calssico, sublime esempio dei nostri padri, su quello recente, palpitante
degli odierni eroi”.
Arruolatosi
nel Corpo dei Volontari Ciclisti andò al fronte e vi rimarrà fino a quando il
medesimo corpo verrà sciolto per decreto luogotenenziale; rientrato dalle linee
di guerra, entrò in Accademia a Modena per un corso da aspirante Ufficiale di
completamento. Antonio Scapinelli di Leguigno andò nuovamente al fronte,
scrivendo spesso alla Famiglia… il 20 maggio 1916 (il giorno prima di morire)
inviò l’ultima missiva, in cui cercava di tranquillizzare lo zio Paolo: “Presentiva la fine, egli che non già
aspirante ufficiale, ma aspirante alla morte si diceva con scherzosa e pur
mesta ironia”.
“E la sua sorte fu degna di
lui, il 21 maggio alla testa del suoplotone si spingeva all’attacco di una
posizione forte, incitando i suoi, fino sotto ai reticolati nemici, dove lo
colse in fronte una palla austriaca”.
“Il Capitano Comandante
della sua compagnia nel darne commosso lo annuncio alla famiglia trascrive la
motivazione della proposta che ritenne di dover fare perché al giovane eroe
caduto sia concessa la medaglia d’argento al valor militare”:
“ Costante esempio di ardente amor patrio e di profondo sentimento
del proprio dovere, che aveva saputo trasfondere ai suoi dipendenti, in mezzo
ad intenso fuoco nemico, primo condusse all’assalto il proprio plotone sotto i
reticolati nemici intatti, lasciandovi la vita (Monte Sief, maggio 1916). Già
segnalatosi, per intelligenza e coraggio in precedente azione”.
Antonio Scapinelli di Leguigno, Patrizio di Modena e Patrizio di Reggio,
venne insignito della Medaglia d’Argento
al Valor Militare.
Fonti:
1) Il Giornale di Reggio - 20 giugno 1916
2) Annuario della Nobiltà Italiana – Andrea Borella. Anno 2014