domenica 30 luglio 2017

CAMPANILE SANT'EULALIA, LASCITO DELL'AMMINISTRAZIONE PEDERZOLI

Campanile Chiesa Sant'Eulalia
La costruzione del campanile a fianco della Chiesa di Sant’Eulalia a Sant'Ilario d'Enza (RE) deve la sua genesi al crollo del campanile di Venezia il 4 luglio 1902; come ricorda nelle sue “Memorie storiche” l'Arciprete don Amedeo Lumetti, sorse all’epoca tra la popolazione forte preoccupazione circa la tenuta statica del campanile medioevale esistente, fino al punto che il 20 novembre 1902 ne fu deliberata dal Consiglio Comunale la demolizione, con il conseguente incarico di progettarne la costruzione di uno nuovo.
La forte avversione al progetto dell’Amministrazione socialista, che nel frattempo aveva vinto le elezioni, bloccò per diversi anni la realizzazione del Campanile; fino a quando nelle elezioni del giugno 1914 vinse la coalizione cattolico-liberale.

Targa commemorativa 
Il Sindaco eletto Mauro Zileri nei primi mesi non si occupò della questione, ma dopo le sue dimissioni, nell’ottobre dello stesso anno,  venne nominato Sindaco, Vittorio Pederzoli, che assistito dalla sua giunta riprese il progetto di stile rinascimentale del famoso ed apprezzato architetto Marchese Lamberto Cusani di Parma e portò a compimento la costruzione del campanile. 

I lavori furono svolti dalla Cooperativa Cattolica Muratori, presieduta dal capo-mastro Alfonso Roberto Pellacini; il Campanile ultimato nel 1916 non vide purtroppo mai solenne inaugurazione, in quanto, nel frattempo, il paese era duramente impegnato nella Grande Guerra. 

Oggi il Campanile, che nella forma ricorda proprio quello lagunare, testimonia l’ambizione architettonica d’inizio novecento, risultando ancora il simbolo cittadino, lascito di una stagione sociale, civile e politica di alti valori.


sabato 29 luglio 2017

CASINO DI CACCIA TRIVELLI, PATRIMONIO STORICO CITTADINO IN ABBANDONO

Padiglione Esquirol - ex Casino di caccia Trivelli
 “Nell’estremo angolo sud-occidentale dell’area ospedaliera, è situato l’ex Casino Trivelli – ora padiglione Esquirol – costituito da un elegante edificio a tre livelli di origine settecentesca, probabilmente rimaneggiato nei primi decenni del XIX secolo. La lunga facciata, prospicente la via Emilia, è caratterizzata da un leggero aggetto nella zona centrale con paramento realizzato in falso bugnato liscio e coronamento triangolare”. Estrapolato dalla Relazione redatta dal Dott. Paolo Frabboni e vista dall’ Arch Paolo Scarpellini – inserita nel decreto ministeriale di tutela, datato 05/01/1993. Ministro per i beni culturali e ambientali Ronchey.



 Il Casino di caccia della Nobile Famiglia Trivelli è un palazzo storico di Reggio Emilia, che riversa in condizioni inaccettabili, che ne hanno compromesso e ne stanno compromettendo il valore storico-architettonico.


La storia tramandata parla di un Napoleone, ospite proprio dei Trivelli in questo palazzo è lascito importante della storia reggiana. La struttura, sotto l’originaria proprietà, fu impreziosita da importanti affreschi, di cui non si conosce lo stato di conservazione.

Il complesso dell’ex frenocomio San Lazzaro lentamente si muove verso la riconversione in area universitaria, che tuttavia ad oggi resta progetto parziale, diviso con l’altra destinazione d’uso dell’USL. L’area in questione tutta andrebbe completamente destinata all’Università di Modena e Reggio, con il conseguente spostamento delle strutture sanitarie ancora presenti.

Particolare del muro di recinzione in via Doberdò
Il Casino Trivelli, conosciuto oggi come Padiglione Esquirol è il pezzo pregiato dell'intera area e riversa in condizioni inaccettabili. La palazzina in questione è un bene storico-architettonico della nostra città, che non merita certo di essere destinato a convitto di sbandati e drogati. La pulizia completa della vegetazione prospicente fuori controllo e la conseguente messa in sicurezza del Palazzo sono le urgenze principali al momento.

La proposta avanzata più volte di convertire la struttura a sede del Museo Nazionale della Psichiatria (che giace in Parlamento da quattro legislature) potrebbe certamente essere una soluzione di prestigio affascinante; unitamente ad un eventuale conversione a sede principale e di rappresentanza di un futuro ateneo esclusivamente reggiano.