sabato 7 aprile 2018

LE PIAZZE DEI TEATRI, LUOGHI DISTANTI ED ESTRANEI DAL CONTESTO.


Piazza della Vittoria
Il patrimonio storico-architettonico di una città non può essere stravolto a colpi di maggioranza politica, in quanto questi non è di proprietà dell’Amministrazione, ma di tutta la collettività.
L’amministratore non dispone della proprietà del patrimonio storico-architettonico, ma ne è soltanto il custode, affinché questo sia preservato e venga tramandato integro alle future generazioni!
Il vero problema è costituito dalla mancanza di vincoli inderogabili al riguardo; Reggio Emilia nel primo dopoguerra e fin verso la prima metà degli anni ’70 ha visto una sistematica perdita di angoli storici cittadini, basti ricordare fra i tanti lo Chalet Diana ai Giardini pubblici o Palazzo Guatteri (storicamente Palazzo Vicedomini) in Corso della Ghiara, che hanno lasciato il posto a costruzioni contemporanee.
La costruzione del Palazzetto dello Sport a far “ombra architettonica” al Tempio della Beata Vergine della Ghiara, con parziale demolizione del convento resterà certamente una pagina urbanistica triste ed incomprensibile.
I tratti di quella che era una bellissima città medioevale e ducale, hanno perso per sempre connotati importanti. La sensibilità di quegli anni circa il mantenimento dello storico era certamente differente da quella attuale; oggi una buona e attenta amministrazione, ha il dovere di cercare in tutti i modi di ristrutturare l’esistente, riportandolo ai fasti di un tempo.

Piazza Cavour (Piazza Martiri del 7 luglio)
La riqualificazione delle piazze dei Teatri ha il duplice difetto di risultare completamente avulsa al contesto architettonico e di apparire “fredda” e distante. Piazza Cavour (Piazza Martiri del 7 Luglio) e Piazza della Vittoria sono oggi spazi del tutto “estranei”, che i reggiani non vivono né come punto aggregante né tantomeno come “luogo del cuore”.
La sostituzione delle pregevoli storiche fontane, con un impianto contemporaneo di getti d’acqua da terra, ha cancellato un angolo di storia reggiana. I cittadini del centro storico in larghissima maggioranza hanno giustamente criticato questa scelta urbanistica, rimarcando il loro apprezzamento per le vecchie fontane.

Isolato San Rocco
Tanto Piazza Cavour che ancora di più Piazza della Vittoria oggi risultano alla vista come distese desolate; nel “vuoto” delle piazze in questione, che si presenta come una sconfinata distesa del “nulla” è certamente ancora auspicabile rimettere al loro posto le storiche fontane, insieme ad una generale sostituzione delle forme squadrate (dalle panchine, ai basamenti delle piante) in forme tonde.
I reggiani negli anni hanno sempre ricordato ed evidenziato l’errore dell’abbattimento dei Portici della Trinità, con la conseguente costruzione dell’Isolato San Rocco; a ben vedere la riqualificazione delle piazze dei Teatri degli ultimi anni è riuscita perfino a peggiorare il già negativo precedente.

Piazza Luigi Scapinelli 
La vivibilità delle piazze è un altro tasto dolente, tanto che quei luoghi nelle ore notturne non sono certamente sicuri per passeggiate in tranquillità.  

La famosa passeggiata “delle quattro porte”, che tanti reggiani hanno compiuto nelle afose sere d’estate, facendo rigorosa pausa nei chioschi che vendevano le angurie è purtroppo un lontano ricordo; se qualcuno volesse ancora tentare una serata in compagnia di amici facendo quel bellissimo giro intorno a Reggio, oggi si troverebbe certamente in una situazione di sicurezza precaria.



mercoledì 4 aprile 2018

PIAZZA DEL CRISTO, RICHIESTO INTERVENTO DELLA SOPRINTENDENZA. PROTOCOLLO NR. 7659.

Piazza del Cristo (Piazza Roversi)
La prospettata riqualificazione di Piazza del Cristo (Piazza Roversi), dissonante dal contesto architettonico classico circostante, mi ha portato a scrivere il 29.03.2018 alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio con sede a Bologna, auspicando un suo intervento.
Protocollo nr. 7659 del 03.04.2018.
Una riqualificazione contemporanea è soluzione di "taglio" ed è chiaramente in contrasto con la valorizzazione dei luoghi estensi. La promozione della storia estense deve per forza di cose passare dalla capillare e fedele ristrutturazione del patrimonio artistico-architettonico.
La nostra storia per quattro secoli e mezzo (tranne alcune brevi interruzioni di continuità) è legata al Ducato della dinastia estense; i palazzi patrizi, le ville, diverse Chiese ed i castelli sono architettonicamente legati a quel passato e con questi anche le forme delle nostre piazze! Forme ed architetture che dalla prospettata riqualificazione, in netto contrasto con il circostante, perderebbero parte del loro fascino.

Isolato San Rocco
Le piazze dei Teatri furono stravolte ed oggi risultano luoghi freddi ed estranei al tessuto cittadino; gli stessi reggiani non hanno mai accettato la sostituzione delle pregevoli storiche fontane ottocentesche, con un impianto di getti d'acqua da terra. L'errore di quella riqualificazione è una ferita architettonica della città di Reggio Emilia, al pari della demolizione dei Portici della Trinità (attuale Isolato San Rocco).

La città storica, nelle sue forme e nelle sue pregevoli architetture, tale deve restare in continuità con il suo passato.