mercoledì 24 marzo 2021

BIBBIANO: CULLA DEL PARMIGIANO REGGIANO. UN TERRITORIO DA RISCOPRIRE

Bibbiano
Chiesa di Santa Maria Assunta

Il Comune di Bibbiano postosi a capofila con le altre realtà di Cavriago,  San Polo d’Enza, Montecchio Emilia e Sant’Ilario d’Enza, intende porre al Ministero delle Politiche agricole, la candidatura del territorio, del paesaggio, delle praterie e dei canali irrigui nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico. 

Un’iniziativa questa che non si può non accogliere con entusiasmo, nella speranza che l’intera classe politica, senza distinzione di schieramento, ponga in essere tutti gli strumenti a disposizione, affinché si concretizzi tale importante passaggio. Una grandissima occasione per il territorio e per gli agricoltori che lo lavorano con passione. 

Le città di Sant’Ilario d’Enza e Montecchio Emilia è d’uopo qui sottolineare, che certamente debbono tantissima riconoscenza storica alla famiglia dei conti Spalletti, che nel sapiente utilizzo dei terreni, amministrarono una fortuna, investendo ingenti risorse, dando lavoro e rendendo vicendevolmente profittevole il contratto di mezzadria. Nel 1922 la famiglia Spalletti nelle due città possedeva circa 750 ettari di terreno, con ivi dislocati 40 poderi. Una riconoscenza tangibile nei confronti della nobile famiglia, che oggi in questo importante passaggio dell’eventuale iscrizione nel Registro nazionale predetto, dovrebbe essere sancita con una apposita targa celebrativa e con la creazione di uno spazio museale dell’agricoltura, dedicato proprio all’illustre casato. A più di un secolo di distanza, nobili figure come il conte Venceslao Spalletti e quel mondo contadino, restano fulgido esempio della laboriosità emiliana. 

Il tessuto sociale odierno è figlio delle esperienze passate e lo stesso legame ancora tangibile, ci ha lasciato in eredità una terra carica di valori e sani principi. Il senso stesso dell’identitarismo storico culturale, si propone invariato ancora oggi nella sua affascinante complessità. 

La città di Bibbiano quale “Culla” del Parmigiano-Reggiano merita certamente di essere il simbolo di questa importante candidatura, che se accolta, punterà i riflettori su un territorio tutto da riscoprire e valorizzare. La stessa reggianità del pregiato prodotto caseario in questa operazione, potrà certamente trovare nuova luce e considerazione, assumendo quella centralità, fin qui messa in ombra dall’intraprendenza d’oltre Enza.

Le parole di Loretta Bellelli, Assessore a Bibbiano con deleghe Ambiente e promozione del territorio, correttamente rilevano la storicità e la tipicità di un importante territorio: “A distanza di oltre otto secoli, la persistenza dei canali irrigui, la diffusione di “praterie” e la concentrazione di caseifici vocati alla produzione certificata di Parmigiano-Reggiano, testimoniano la storica e l’integrità di questo paesaggio rurale…” (Gazzetta di Reggio del 14 marzo 2021). L’Ing Giuseppe Veneri infine perfettamente analizza il dossier Canovi-Catellani che c’è dietro all’importante candidatura del territorio “… la visione geostorica che solitamente manca nella valutazione di un paesaggio, una lettura che porta alla luce la vocazione di un territorio e tutti i legami storico-culturali annessi, quali importanti valori da diffondere alla popolazione per l’alto valore di senso di appartenenza che se ne trae”(Gazzetta di Reggio del 14 marzo 2021).

Il Parmigiano-Reggiano sempre più simbolo di un territorio, dovrà diventare definitivamente quell’importante biglietto da visita di promozione delle nostre città nel mondo; un brand commerciale, dall’enorme potenziale, che identifica e fotografa l’identità di una provincia intera.

La nostra storia si intreccia con personaggi e famiglie, che oggi è quanto mai doveroso ricordare, affinché le future generazioni conoscano appieno il senso stesso di quell’identitarismo territoriale, che ci lascia in dote l’orgoglio stesso della nostra reggianità. 

E’ certamente auspicabile in questo contesto di riscoperta territoriale in Val d’Enza, una stretta sinergia con la stessa kermesse di Fotografia Europea promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani e dalComune di Reggio Emilia. Una futura edizione del festival culturale internazionale, dedicato alla fotografia contemporanea, potrebbe trovare proprio nei paesaggi rurali della Val d’Enza un suo palcoscenico e teatro naturale. Nella speranza di un sempre maggiore, allargato, vivace ed innovativo sviluppo dell’ambiente storico culturale.

 

Fabio Pederzoli

 

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