Padiglione Lombroso - ex Padiglione Galloni |
Il
complesso ex San Lazzaro ebbe origine nel XIII secolo come “lazzaretto” poi successivamente
ospizio per malati contagiosi – divenne ospedale psichiatrico dal 1754. La
relazione storico artistica redatta dal Dott. Frabboni Paolo, facente parte del
D.M. 5 gennaio 1993 – Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – definisce
il complesso
architettonico medesimo di “particolare interesse storico nel generale contesto
urbanistico della citta”. Il naturale paletto di indivisibilità e integrità
dell’ex Frenocomio San Lazzaro dovrebbe far riflettere l’Amministrazione
reggiana in direzione di una completa conversione dell’intera struttura in sede
Universitaria – per fare questo ovviamente è necessario che siano subito
acquistate le strutture di proprietà dell’ A.S.L.
Villa Rossi - ex Padiglione Charcot |
Il
recupero dell’area non è soltanto il progetto “Villa Marchi”in fase di fattiva realizzazione
– sarebbe ora di fare al riguardo un po’ di chiarezza all’intera classe
politica. Il pieno recupero dell’area Ovest, lasciata da decenni in stato di
assoluto abbandono, che oggi riversa in uno stato allucinante di degrado ed
incuria è quanto mai di assoluta priorità. Il Padiglione Esquirol, palazzo del
‘700, ex Casino di caccia Trivelli rischia danni irreparabili se dovesse
perdurare l’abbandono – stesso discorso vale per l’Edificio i Bagni, il
Padiglione Connolly, il Padiglione Pinel (ora denominato Donaggio), il Villino
Stuoie, l’Edificio dopolavoro e Villa Rossi (ex Padiglione Charcot). I
padiglioni dell’area Ovest indicata sono di proprietà dell’A.S.L. e pertanto a questo
punto è necessario che il Comune affronti la questione dell’acquisto.
Padiglione Donaggio - ex Padiglione Pinel |
Padiglione Conolly - ex Villa Marchi |
Il
pieno recupero dell’area San Lazzaro (360.000 mq) impiegherebbe uno sforzo economico
che il Comune di Reggio Emilia non potrebbe ovviamente accollarsi da solo –
proprio per questo è quanto mai prioritaria una vera e seria discussione per aprire
all’intervento di investitori sia istituzionali che privati, che condividano il
comune percorso di conversione dell’intera area a sede Universitaria. Reggio
Emilia avrebbe il primo Campus universitario a livello nazionale e si affaccerebbe
sulla scena internazionale con un’eccellenza dall’enorme potenziale. Reggio
Emilia deve togliersi di dosso il vestito del provincialismo ed iniziare a porsi
sulla scena sia regionale che nazionale quale polo d’eccellenza – la stazione
Mediopadana e la conquista della sede Universitaria (da sottolineare, meriti ascrivibili
alla sola Amministrazione Spaggiari) sono due importanti tasselli di questo
percorso.
Manca
tutto il resto.
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