sabato 21 ottobre 2017

PIETRO SCAPINELLI, STUPÌ IL MONDO A 620 KM. ALL'ORA

Ten. Col. Pietro Scapinelli di Leguigno
Il 21 ottobre 1933 sul mare Adriatico, sul circuito omologato dalla federazione aeronautica internazionale, tra Porto Recanati e Porto Corsini e ritorno, alla media di circa 620 km. all’ora, il conte Pietro Scapinelli di Leguigno stupiva e sbalordiva il mondo, vincendo la prestigiosa Coppa Blériot (verrà per questo premiato a Parigi da Louis Blériot in persona, alla presenza del Capo di Stato Maggiore  della Regia Aeronautica, Pier Ruggero Piccio e dell’aviatore francese Jean Mermoz).   L’eco dell’impresa fu mondiale e proiettò l’asso reggiano dell’aeronautica agli altari e al prestigio. Pietro Scapinelli, era membro della Nobile Famiglia dei conti Scapinelli di Leguigno, che diede lustro alla storia cittadina con diverse personalitàIl regolamento prevedeva che la Coppa Blériot sarebbe andata definitivamente al primo pilota capace di raggiungere in almeno trenta minuti di volo la velocità oraria di 1000 km. ed invece sarebbe andata temporaneamente al pilota capace, nel medesimo tempo, di raggiungere la velocità di almeno 600 km. all’ora; il trofeo sarebbe quindi passato temporaneamente al pilota successivo capace di migliorare di almeno il 5 per cento il risultato precedente. Pietro Scapinelli in 30 minuti di volo raggiunse una media di 619,3748 km. orari; fu il primo ad aggiudicarsi il trofeo! La sua impresa catapultava Reggio Emilia all’attenzione mondiale!

N.H. Pietro Scapinelli di Leguigno
Il conte Pietro Scapinelli di Leguigno, Patrizio di Modena e Reggio. Nato a Vicenza il 30 marzo 1904. Nel 1928 arrivò secondo alla gara internazionale di Zurigo con un Fiat C.R.30; risultato che gli permise nel 1930 di frequentare il secondo corso alla scuola di alta velocità di Desenzano sul Garda, allenandosi nella squadrigalia che si sarebbe preparata nel 1931 alla Coppa Schneider. Nel 1933 con il Macchi-Castoldi M.C.72 motorizzato Fiat fu il primo a conquistare sui cieli di Ancona la prestigiosa Coppa Blériot. Il 10 dicembre del 1934 l’impresa fu sugellata dalla Medaglia d'oro al valore aeronautico e le vive congratulazioni del Ministro dell’Aeronautica Italo Balbo “Audacissimo pilota di Alta Velocità in un brillante volo reso più difficile da avverse condizioni atmosferiche, si spimgeva sul mare ad oltre 160 Km. dalla base, alla velocità di circa 620 Km/h, per conquistare all'Italia la Coppa Blériot, e vincere un ambito primato. Cielo di Ancona (Porto Corsini), 21 ottobre 1933”. 
Nel 1937 fu volontario in Spagna nella Guerra Civile ottenendo la promozione al grado di Maggiore e la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Capitano pilota da caccia volontario in una missione combattuta per un supremo ideale, svolgeva attività di volo con il proprio reparto e, nell'intento di maggiormente contribuire alla guerra stessa, partecipava volontariamente ad azioni belliche effettuate da reparto da bombardamento. In ogni circostanza dava prova di fermezza d'animo e sereno sprezzo del pericolo. Cielo di Spagna, 10 ottobre 1937 - 15 marzo 1938”.
Ritornato a Reggio Emilia ed elevato al grado di Tenente Colonnello, divenne pilota collaudatore delle Officine Meccaniche Reggiane. Morì a Reggio Emilia il 14 marzo 1941, in un incidente aereo di collaudo del secondo prototipo del caccia Re.2001. L’incidente fu seguito da un’inchiesta e dalla condanna delle Officine Meccaniche Reggiane e dell’Alfa Romeo a pagare i danni.
La morte di Pietro Scapinelli a soli 37 anni fu lutto cittadino e una perdita per l’Italia intera; Reggio Emilia gli ha giustamente dedicato una piazza cittadina.


RAFFAELE SCAPINELLI, UN CARDINALE REGGIANO AD UN PASSO DAL SOGLIO

Castello di Leguigno - panoramica

Il 27 gennaio 1922 dalle pagine de “Il Giornale di Reggio” veniva indicato il concittadino, Cardinale conte Raffaele Scapinelli di Leguigno come uno dei possibili successori di papa Benedetto XV. Una breve ed esaustiva biografia ne delineava la nobile ed autorevole figura:
“Il Card. Raffaele Scapinelli di Leguigno, nato per ragioni di residenza della famiglia a Modena nel 1858 da illustre casato passò a Reggio E. ancora piccolo e nel Seminario Urbano di questa città compì tutti i suoi studi dimostrando acume non comune.
Finì gli studi a 18 anni, insegno diritto canonico nello stesso seminario due anni.
Ordinato sacerdote passò a Roma, dove nell’accademia dei nobili ecclesiastici compì i suoi studi di diplomazia ecclesiastica. In detta accademia fu anche, più tardi, professore di stile diplomatico. Fu addetto alle nunziature del Portogallo e Olanda. Richiamato a Roma venne occupato nella Segreteria di Stato e vi stette per molti anni, conoscitore profondo di tutte le questioni ecclesiastico civili fu nominato Sostituto della Congregazione degli ecclesiastici straordinari. Già prima era stato creato cameriere segreto partecipante da S.S. Leone XIII, carica che tenne per parecchi anni anche durante il pontificato di Pio X e canonico di S. Pietro in Vaticano. Pio X lo costrinse con vive preghiere ad andare a Vienna come nunzio apostolico; qui prese viva parte al grandioso congresso eucaristico – Vendette il vecchio palazzo della nunziatura e fabbricò la nuova splendida sede del nunzio – Si trovò fino al 1916 in mezzo a tutte le difficoltà dello stato di guerra in cui si trovava l’Austria. In mezzo a mille ostacoli riuscì a coadiuvare l’opera benefica di Benedetto XV e la storia dimostrerà (contrariamente a quanto si affermava da certi settari e male informati) quanto egli abbia fatto per l’Italia e gli italiani. Benedetto XV lo premiò con la porpora. Rientrato in Curia fu chiamato ben presto a prender parte alle più importanti congregazioni ecclesiastiche; ascoltatissimo in ogni ramo ma soprattutto nelle questioni diplomatiche e delle chiese orientali.
Temperamento di nobilissimo sentire, alquanto timido, schivo all’eccesso degli onori, nemico di ogni favoritismo e d’ogni eccesso, equilibratissimo, devotissimo della S. Sede, di vita più che modesta, di pietà profonda, passa in Curia per un cardinale santo”.

Castello di Leguigno - facciata
Raffaele Scapinelli di Leguicno fu certamente tra coloro che hanno dato lustro e prestigio alla nostra città. Una di quelle figure autorevoli che seppero trasportare i più alti valori del XIX secolo. Sempre da "Il Giornale di Reggio" di qualche anno prima - 10 dicembre 1915:
“S.E. il Cardinale Raffaele Scapinelli di Leguigno
La sera stessa (6 dicembre 1915 nda) del Concistoro è partita per Vienna la Guardia Nobile Goyeneche, destinata a portare, insieme allo Zucchetto, la notizia della elevazione alla Porpora del nostro illustre Concittadino. Nei quattro anni in cui ha rappresentato la Santa Sede presso la Monarchia Austro-Ungarica, S.E. Mons. Scapinelli ha dato novelle prove di tatto e acume diplomatico, tanto più rilevanti nel turbinoso periodo politico che ancora dura in Europa. Benedetto XV coronò la missione del suo Rappresentante elevandolo al Cardinalato e ponendolo in grado così di rendere nuovi e preziosi servigi alla Chiesa”.

Castello di Leguigno - mura
Raffaele Scapinelli di Leguicno – nato a Modena il 25 aprile 1858 – ordinato presbiterio nel 1881 – nominato arcivescovo il 30 gennaio 1912 dal cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta – creato cardinale il 6 dicembre 1915 da papa Benedetto XV. Tra gli incarichi ricoperti: Nunzio apostolico in Austria, Arcivescovo titolare di Ladocea di Siria, Pro-nunzio apostolico in Austria, Cardinale presbiterio di San Girolamo dei Croati, Prefetto della Congregazione per i Religiosi, Camerlengo del Collegio Cardinalizio e Datario della Dataria Apostolica. Morì a Forte dei Marmi il 16 settembre 1933 e venne sepolto in Roma al Verano.


martedì 17 ottobre 2017

ANTONIO SCAPINELLI, EROE DELLA GRANDE GUERRA

Castello di Leguigno
Antonio Scapinelli di Leguigno (1895-1916), figlio di Alessandro e di Anna Spadoni; rimasto orfano di entrambi i genitori in giovanissima età, venne allevato nella casa del nonno, il conte Pietro Scapinelli di Leguigno, avendo nello zio, il conte Paolo Scapinelli di Leguigno (fratello di Alessandro) un secondo padre. 

Il Giornale di Reggio del 20 giugno 1916 né diede un ricordo funebre denso di idealismo e di profonda spiritualità:
“Sentì profondamente e lealmente praticò la Religione Cristiana. Sentì pure al sommo grado i doveri del proprio stato, per cui, studiosissimo e avvantaggiato da una viva intelligenza, fu sempre primo fra i suoi discepoli. Principe fra i sentimenti che lo animavano fu l’amor di patria. L’eroica sua fine fu il degno epilogo di tutta una preparazione di fede e di entusiasmi, cui egli da tempo si temprava sul calssico, sublime esempio dei nostri padri, su quello recente, palpitante degli odierni eroi”.
Arruolatosi nel Corpo dei Volontari Ciclisti andò al fronte e vi rimarrà fino a quando il medesimo corpo verrà sciolto per decreto luogotenenziale; rientrato dalle linee di guerra, entrò in Accademia a Modena per un corso da aspirante Ufficiale di completamento. Antonio Scapinelli di Leguigno andò nuovamente al fronte, scrivendo spesso alla Famiglia… il 20 maggio 1916 (il giorno prima di morire) inviò l’ultima missiva, in cui cercava di tranquillizzare lo zio Paolo: Presentiva la fine, egli che non già aspirante ufficiale, ma aspirante alla morte si diceva con scherzosa e pur mesta ironia”.
“E la sua sorte fu degna di lui, il 21 maggio alla testa del suoplotone si spingeva all’attacco di una posizione forte, incitando i suoi, fino sotto ai reticolati nemici, dove lo colse in fronte una palla austriaca”.
“Il Capitano Comandante della sua compagnia nel darne commosso lo annuncio alla famiglia trascrive la motivazione della proposta che ritenne di dover fare perché al giovane eroe caduto sia concessa la medaglia d’argento al valor militare”:
“ Costante esempio di ardente amor patrio e di profondo sentimento del proprio dovere, che aveva saputo trasfondere ai suoi dipendenti, in mezzo ad intenso fuoco nemico, primo condusse all’assalto il proprio plotone sotto i reticolati nemici intatti, lasciandovi la vita (Monte Sief, maggio 1916). Già segnalatosi, per intelligenza e coraggio in precedente azione”.
Antonio Scapinelli di Leguigno, Patrizio di Modena e Patrizio di Reggio, venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Fonti:
1) Il Giornale di Reggio - 20 giugno 1916 
2) Annuario della Nobiltà Italiana – Andrea Borella. Anno 2014