Palazzo Ducale di Rivalta |
L’Amministrazione di Reggio Emilia dai tanti progetti trionfalistici, che un giorno danno la città “capitale dei concerti musicali” e quello successivo la trasformano “capitale dell’arte contemporanea” inaugurando una qualche scultura, si dimentica del suo territorio e delle cose realmente importanti.
La Reggia di Rivalta riversa in uno stato del tutto inaccettabile, figlia della totale indifferenza delle amministrazioni reggiane che si sono succedute. La “piccola Versailles” privata della sua centralità e della sua importanza sembra un peso per la sinistra reggiana e riversa in uno stato di pressoché totale incuria. Il suo recupero viene ritardato di anno in anno e i lavori di restauro procedono a rilento.
FLI ha invitato di recente l’Amministrazione a destinare parte della Reggia alle Associazioni Combattistiche e d’Arma (abbandonando l’assurdo progetto di destinazione delle stesse nel parco ex Dogana) e parte all’Università di Modena e Reggio in qualità di sede di rappresentanza, per simboleggiare l’unione delle due città sotto i Duchi d’Este.
Parco Palazzo Ducale di Rivalta |
Il parco della Reggia di un tempo sembra solo un
“fantasma” del quale non si avverte nemmeno più la presenza, ormai vago ricordo
di un fasto passato, vilipeso da un atteggiamento ultrasecolare di totale
disinteresse. Un progetto ambizioso, ma certamente di prestigio dovrebbe
comprendere anche il rifacimento totale dei giardini in stile classico, sulla
falsariga delle stampe d’epoca. Il lavoro di realizzazione di un giardino in
stile classico comporterebbe uno sforzo ambizioso ma dal fascino unico. Reggio
Emilia ri-acquisterebbe un pezzo importante della sua storia.
FLI invita l’Amministrazione di
Reggio Emilia ad archiviare definitivamente i progetti faraonici di
riqualificazione dei musei, con annessi “funghi” e di destinare i fondi
relativi ad una seria e soprattutto completa riqualificazione dell’area della
Reggia di Rivalta.
Il recupero di quanto resta
della Reggia porterebbe giovamento al turismo di settore, con conseguente
valorizzazione del comparto economico; fattore che il PD sottovaluta
sistematicamente.
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