Piazza della Vittoria |
L’amministratore non
dispone della proprietà del patrimonio storico-architettonico, ma
ne è soltanto il custode, affinché questo sia preservato e venga tramandato
integro alle future generazioni!
Il
vero problema è costituito dalla mancanza di vincoli inderogabili al riguardo;
Reggio Emilia nel primo dopoguerra e fin verso la prima metà degli anni ’70 ha visto
una sistematica perdita di angoli storici cittadini, basti ricordare fra i
tanti lo Chalet Diana ai Giardini pubblici o Palazzo Guatteri (storicamente
Palazzo Vicedomini) in Corso della Ghiara, che hanno lasciato il posto a
costruzioni contemporanee.
La
costruzione del Palazzetto dello Sport a far “ombra architettonica” al Tempio
della Beata Vergine della Ghiara, con parziale demolizione del convento resterà
certamente una pagina urbanistica triste ed incomprensibile.
I
tratti di quella che era una bellissima città medioevale e ducale, hanno perso per
sempre connotati importanti. La sensibilità di quegli anni circa il
mantenimento dello storico era certamente differente da quella attuale; oggi
una buona e attenta amministrazione, ha il dovere di cercare in tutti i modi di
ristrutturare l’esistente, riportandolo ai fasti di un tempo.
Piazza Cavour (Piazza Martiri del 7 luglio) |
La
riqualificazione delle piazze dei Teatri ha il duplice difetto di risultare
completamente avulsa al contesto architettonico e di apparire “fredda” e
distante. Piazza Cavour (Piazza Martiri del 7 Luglio) e Piazza della Vittoria
sono oggi spazi del tutto “estranei”, che i reggiani non vivono né come punto
aggregante né tantomeno come “luogo del cuore”.
La
sostituzione delle pregevoli storiche fontane, con un impianto
contemporaneo di getti d’acqua da terra, ha cancellato un angolo di storia
reggiana. I cittadini del centro storico in larghissima maggioranza hanno
giustamente criticato questa scelta urbanistica, rimarcando il loro apprezzamento
per le vecchie fontane.
Isolato San Rocco |
Tanto
Piazza Cavour che ancora di più Piazza della Vittoria oggi risultano alla vista
come distese desolate; nel “vuoto” delle
piazze in questione, che si presenta come una sconfinata distesa del “nulla” è
certamente ancora auspicabile rimettere al loro posto le storiche fontane,
insieme ad una generale sostituzione delle forme squadrate (dalle panchine, ai
basamenti delle piante) in forme tonde.
I
reggiani negli anni hanno sempre ricordato ed evidenziato l’errore
dell’abbattimento dei Portici della Trinità, con la conseguente costruzione
dell’Isolato San Rocco; a ben vedere la riqualificazione delle piazze dei
Teatri degli ultimi anni è riuscita perfino a peggiorare il già negativo
precedente.
Piazza Luigi Scapinelli |
La
vivibilità delle piazze è un altro tasto dolente, tanto che quei luoghi nelle
ore notturne non sono certamente sicuri per passeggiate in tranquillità.
La
famosa passeggiata “delle quattro porte”, che tanti reggiani hanno compiuto
nelle afose sere d’estate, facendo rigorosa pausa nei chioschi che vendevano le
angurie è purtroppo un lontano ricordo; se qualcuno volesse ancora tentare una
serata in compagnia di amici facendo quel bellissimo giro intorno a Reggio,
oggi si troverebbe certamente in una situazione di sicurezza precaria.